Il nuovo libro del Bukowski della Toscana Con un occhio a Bukowski e uno a John Fante, questa volta Mario Rocchi, dopo "Diario imprevisto di un serial killer " e "Maledettamente mia ", ci offre uno spaccato di vita familiare, ma non solo, inquadrata in un mondo pieno di limiti, di pregiudizi, ma anche di caos umano e intellettuale. La storia è ambientata in una Lucca di cui scopre anche singolari personaggi, una citt à verso cui l ’autore mostra tutto il suo amore-odio, cos ì bigotta e bestemmiatrice, incolta e colta, addormentata e viva, che viene fuori in una realt à schietta. Si dir à: ma dove è andato a finire il tormento esistenziale dei romanzi precedenti? Pur con un linguaggio parlato, sciolto, spregiudicato e con situazioni addirittura ironiche e comiche, Mario Rocchi riesce anche questa volta, sia pur senza angoscia a inquadrare un ’esistenza di "pater familia " sofferta, esasperata, forse non tipica, ma inserita in una realt à tipica. Nel romanzo non accade nulla e accade tutto: si passa dalla monotonia della vita quotidiana alle performance erotiche di Balboa, alle delusioni per i cambiamenti inconsulti dei figli, dalla gelosia della moglie all ’amore sviscerato, e contraccambiato, per il cane Otto. Ma se si riesce ad andare al di l à dei fatti, si trover à il senso di una sofferta solitudine, quella che è sempre stata presente in tutti i libri di questo singolare scrittore.
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