Del cibo abbiamo bisogno, e sicuramente in tal senso ne dipendiamo. Tuttavia, non è questo che rovina il rapporto con esso, ma piuttosto un infelice incontro tra l ’appetito e il significato estetico e di successo legato al peso e alla forma fisica. In tutto il mondo milioni di persone sottopongono l ’appetito ad un maltrattamento continuo, e pretendono che si calmi e se ne ritorni da dove è venuto. Parallelamente, il peso medio nei paesi ricchi aumenta anziché diminuire, e l ’appetito diventa sempre pi ù arrabbiato e sempre pi ù associato ad un umore agitato e insoddisfatto. Mangiare male, ancora prima che un problema di scelta degli alimenti e dei ritmi, sta nel non conoscere quali sono le funzioni che regolano il comportamento alimentare. & Egrave; necessario sapere che c ’ è la fame e c ’ è l ’appetito, e che non sono la stessa cosa. La dieta dialoga con la fame, ma è l ’appetito che risponde, e i conti non torneranno mai in questo modo. Non tornano sulla bilancia, cos ì come nella capacit à di imparare a controllarsi. Mangiar male significa diventare dipendenti da un piacere che tutto dovrebbe fare fuorché togliere felicit à. Questo libro è un tentativo di riunire una serie di semplici conoscenze sui meccanismi della fame e dell ’appetito e su come possono impazzire nei disturbi del comportamento alimentare, fino a trasformare un elemento scontato e piacevole, in una schiavit ù angosciante. Non ci aiutano i nostri geni, che sono soltanto capaci di farci mangiare di pi ù, e di farci immagazzinare di pi ù quel che mangiamo, e neanche il nostro istinto, che cresce sia quando è stimolato, che quando è bacchettato. Men che meno ci aiuta una cultura che ci chiede ci ò che è biologicamente impossibile, cio è di tenere a freno gli istinti, inondandoci poi di tentazioni e di abbondanza. La maggior parte delle soluzioni risolvono ci ò che possono risolvere, che è solo la punta dell ’iceberg di un problema cerebrale, prima che dello stomaco. Se ti rispecchi in una o pi ù delle seguenti situazioni, potresti avere un rapporto alterato col cibo: Mangiare pi ù velocemente del normale, con il risultato di gustare di meno il cibo; Mangiare anche quando ci si sente pieni; Mangiare senza avere pi ù la capacit à di distinguere tra fame e saziet à (mangiare senza fame); Compiacersi nell 'immaginarsi mentre si consuma cibo e pensare, mentre si compiono altre attivit à, a quando si andr à "finalmente " a mangiare; Accorgersi che le proprie spese per il cibo, e anche il tempo dedicato al mangiare, stanno aumentando in maniera imbarazzante; Mangiare in maniera solitaria, con la tendenza a mangiare di meno quando si è con gli altri; Si desidera il cibo in maniera continua e intensa, ma di fatto la gratificazione durante il pasto non è soddisfacente; In alcuni momenti si pu ò stabilire un cortocircuito mentale con l 'idea che l 'unico modo di sfuggire a questa "ossessione " per il cibo sia quello di mangiare abbastanza e in piena libert à. Dott. Matteo Pacini, Medico Chirurgo. Specialista in Psichiatria.
Il Dr. Pacini svolge dal 1998 attivit à clinica e di ricerca nell ’ambito della tossicodipendenza, con particolare riguardo alla dipendenza da alcol, eroina e cocaina, e alla doppia diagnosi psichiatrica. & Egrave; autore di numerose pubblicazioni di ricerca e revisione della letteratura sul tema dell 'uso di sostanze, delle dipendenze e dei disturbi psichiatrici associati.
Leer más