Il "filo rosso " che lega questi saggi, dedicati a romanzieri, saggisti, critici letterari italiani (Manzoni, De Sanctis, Pellico, Bini, Settembrini, Graf, Croce, Capuana, Serra, Alvaro, Buzzati, Morselli, Bufalino, Sciascia) è l ’idea che & laquo;la scrittura rappresenti, in qualche modo, un espediente per cercare di dare forma al Caos, un modo di fare ordine, di arginare l ’entropia che governa il mondo & raquo; (dalla Premessa). Guarire il disordine del mondo (con titolo che strizza l ’occhio a Bufalino) indaga la scrittura come ph àrmacon, nella sua duplice accezione greca di & lsquo;rimedio ’ e di & lsquo;veleno ’. E la prosa come & laquo;consapevole scelta stilistica e
formale, in quanto specchio di un pensiero che è sempre anche emozione & raquo;. & laquo;C ’ è ancora, per fortuna, chi crede che fare critica letteraria sia un atto di responsabilit à. Maria Panetta è tra costoro, come dimostrano gli studi raccolti in questo volume, frutto di anni alacri e dedicati a un segmento di storia letteraria che coincide con quella "letteratura dell ’Italia unita " cara a Contini ma che, per un buon tratto, ci riporta, non soltanto per motivi cronologici, alla "letteratura della nuova Italia " di crociana memoria & raquo;
(Giuseppe Traina, dalla Prefazione).