Sinopsis
Ci può essere ancora spazio ai nostri giorni per le parole di un illustre scrittore dell’800, che descrisse con orgoglio l’arte italiana presente all’Esposizione Universale di Parigi del 1867 ? Francesco Dell’Ongaro fu anche un vero patriota del periodo risorgimentale, e nel 1848 scriveva con grande passione: “E la bandiera di tre colori/sempre è stata la più bella/noi vogliamo sempre quella/noi vogliam la libertà!” Degli stessi anni sono le parole dell’Inno di Mameli, che ancora oggi ci rappresenta nel mondo. In questo libro Dall’Ongaro decanta con orgoglio la grandezza dell’arte italiana di quell’epoca, ma non nasconde un indubbio decadimento rispetto al glorioso periodo rinascimentale. Il termine odierno Expo, che caratterizza lo stesso tipo di manifestazioni, è essenziale e moderno, ma se vogliamo molto meno “poetico”, e sottolinea una certa involuzione generale del gusto artistico. Lo spazio per le parole di Francesco Dall’Ongaro allora può, anzi deve ancora esistere, per aiutarci a capire chi eravamo, chi siamo, ed immaginare chi saremo. L’italico ingegno è un dono della natura, ed ogni periodo di decadenza ha sempre preparato il terreno per nuove forme di rinascimento
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