Perché la gente si droga?

Perché la gente si droga?

Opere di Tolstój

Por Lev Tolstoj, Alice Spadotto (Traductor), Aurora Sechi (Traductor), Benedetta Molteni (Traductor), Bruno Osimo (Traductor), Alice D'Auria (Traductor), Greta Sartini (Traductor), Ilie Gutu (Traductor)

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Formato

EPUB

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sin DRM

Idioma

Italiano

Año Lanzamiento

2021

Sinopsis

In questo saggio del 1890 Lev Tolstoj – all’età di sessantadue anni – mette in guardia l’umanità dai rischi connessi all’ottundimento volontario della coscienza. Tale ottundimento è realizzato mediante quelle che lui chiama «droghe» – e in questa categoria annovera non solo quelle che chiamiamo droghe anche noi, ma anche alcolici e fumo. In altre parole fa quello che ogni società dovrebbe fare – considerare tutte le sostanze che alterano la coscienza alla stessa stregua, che facciano o no parte della tradizione locale culturospecifica. La parola che abbiamo tradotto «droga», durman, è l’espressione russa per lo stramonio (Datura stramonium) e, per estensione, di tutte le sostanze inebrianti. Un’altra parola che ricorre spesso in questo saggio è quella che abbiamo tradotto «stupefacenti», in russo odurâû?ij, participio presente del verbo odurât’, che significa «annebbiare la coscienza mediante influenza esterna». Mi rincresce che la parola suoni un po’ burocratica, e per la precisione a me ricorda il gergo dei verbali di polizia, ma d’altra parte l’unica alternativa era «inebrianti», che non è particolarmente vantaggiosa. Anche quello che Tolstoj ci dice sul fumo è di grande attualità. Il pericolo di questa “droga” è che ce la si può portare in giro ovunque, non necessita di particolari attrezzature, e – all’epoca in cui il testo è stato scritto – si poteva consumare ovunque, senza limitazioni, solo dopo avere detto la frase di rito «Le dà fastidio?», a cui l’unica risposta beneducata possibile è «No, faccia pure». I fumatori, allora come ora, approfittano di questo bug nella nostra cultura – la beneducazione che impedisce di dire le cose come stanno – e inquinano lo spazio degli altri come non sarebbe ammissibile con altre sostanze inquinanti – odori corporali, per esempio. Come dice Tolstoj: «Nessuno si permetterebbe di bagnare il pavimento della stanza in cui ci sono delle persone, fare rumore, urlare, far entrare il freddo, il caldo o la puzza, fare cose che disturbano e danneggiano gli altri». Come succede a tutti i grandi, c’è una parte della produzione letteraria di Tolstoj di gran lunga sottovalutata. Per fortuna c’è sempre modo di recuperare il tempo perduto non leggendo i saggi di Tolstoj.
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Ilie Gutu

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