Siamo un branco di idioti

Il testo è stato pensato dal suo “anonimo” autore principalmente per sedurre e turbare intimamente un pubblico di sole donne in maniera quasi sfrontata, invitandole a “sbirciare” tra le righe più audaci e meglio descrittive, estrapolando dall’intreccio fantasioso dello scrittore il piccante ed esuberante vissuto dell’uomo. Il riservato e compito professore “solleva i veli” del suo imperscrutabile universo segreto, e “mette a nudo” i suoi più intimi (o ce ne sono di ancora più intimi?...) pensieri concedendosi a loro attraverso parole spesso ammalianti ed immagini variopinte ma intriganti e maliziose, che si lasciano fruire - non osiamo dire “godere” - con insolito “piacere”. Narra di storie, considerazioni, convinzioni, stati d’animo che riguardano il misterioso e controverso mondo femminile, visto attraverso i contributi scritti di uomini che egli avrebbe sollecitato ad aprirsi mettendo nero su bianco episodi della loro vita. Tali protagonisti hanno dichiarato a modo loro e più o meno apertamente di ammirare e amare le donne, anche se lo hanno fatto a tratti in maniera rozza e persino poco convincente. Questi maschi che si raccontano hanno una loro personale visione fantasiosa, a volte persino onirica, altre volte più pragmatica e realistica, perennemente affascinati dal mondo delle donne, tanto ampio quanto diverso da donna a donna, ma nelle loro fantasie le donne amano immaginarle sempre con doti fisiche rilevanti, passionali, con tanta voglia di amare e di fare sesso, sconfinando talvolta nell’indecenza dietro le mura domestiche, atteggiamento che comunque rimane un loro sacrosanto diritto…